Questo itinerario si svolge lungo il tracciato viario che fin dall’epoca antica ha messo in comunicazione la Valle dell’Arno (e la colonia romana di Florentia, vale a dire l’attuale Firenze) con la Val di Pesa e la Valdelsa: passando per San Casciano, San Pancrazio, Fornacette, Lucardo, la pieve di San Lazzaro a Lucardo la strada permetteva di giungere a Certaldo e qui traversare il corso dell’Elsa; il percorso continuava poi verso occidente e, toccata Volterra, consentiva di arrivare fino alla costa tirrenica.
E’ qui, nelle terre toccate da questa antica strada, che trovò origine uno fra i più importanti lignaggi che hanno segnato la storia di Firenze: la famiglia Pitti.
Il percorso è suddiviso in 4 tappe della durata di 2h30 ciascuna: ogni tappa permette di godere panorami mozzafiato e conoscere, grazie alle nostre Guide, la storia millenaria di questo angolo di Toscana vocato da sempre alla coltivazione sapiente della terra, dove la vita scorre seguendo i tempi e i ritmi della natura.
La nostra visita inizia dal castello di Lucardo che con i suoi 442 metri s.l.m permette allo sguardo di abbracciare l’intero territorio, spaziando dalle alture del Montalbano e del monte Pisano (Nord-Ovest), alle Colline metallifere (Ovest), fino alla Montagnola Senese (Sud-Ovest) e ai rilievi del Chianti (Nord-Est).
La più antica menzione scritta che riguarda Lucardo è contenuta in una pergamena del 767: Lucardo, come leggiamo nel documento, all’epoca era sede di una curte che Gundoald, medico del re dei longobardi Desiderio, donò in quell’anno al monastero di San Bartolomeo di Pistoia.
Due secoli dopo su Lucardo vantava diritti e possessi un personaggio di altissimo rango: si trattava di Ugo, Marchese di Toscana, che nel 998 fece dono di una cospicua serie di beni in loco Lucardo ad una delle più prestigiose istituzioni ecclesiastiche della Valdelsa, l’abbazia di San Michele a Marturi presso Poggibonsi. Insieme scopriremo come si presentava Lucardo a quest’epoca e quanto ancora si conserva dei secoli passati, gelosamente custodito dagli abitanti del posto che da sempre presidiano il loro antico castello.
Non lontano dal castello, lungo la strada che porta a Certaldo, incontriamo uno degli edifici religiosi più antichi del territorio: è la chiesa prioria di San Donato a Lucardo che dall’alto del suo colle, strategico al pari di quello di Lucardo, domina un vasto tratto della bella campagna che fa capo a Certaldo, dove olivi e vigneti si alternano a boschi di quercia, leccio, cipresso e acacia.
Ricordata nei documenti fin dal 997 la chiesa – e i suoi beni – furono oggetto delle mire di due importanti abbazie le quali, fra X e XI secolo, se ne contesero la giurisdizione. Sulla chiesa di San Donato ebbero patronato i Pitti, famiglia le cui origini, come le nostre Guide vi racconteranno, sono da ricercare proprio nella campagna di Certaldo, non lontano da questo colle. Una famiglia, quella dei Pitti, del cui passaggio la nostra chiesa conserva ancora oggi preziose memorie.
Il nostro percorso sulle orme dei Pitti continua con la visita dell’abitato di Fiano, grazioso villaggio le cui origini sono da legare alla presenza e al passaggio della strada. L’abitato di Alfiano è ricordato nei documenti più antichi (1312) come villa, vale a dire villaggio aperto, una delle forme di insediamento più diffuse nel contado fiorentino in epoca medievale. Insieme alle nostre Guide scoprirete come questo antico villaggio si è formato e come si sia sviluppato, mantenendo forte ed intatta nel corso dei secoli la propria identità.
Durante la visita sarà bello incontrare gli abitanti del posto che, con orgoglio, vi mostreranno i segni della loro storia e del loro passato, come il Monumento ai Caduti della Grande Guerra (1915-1918) al centro della piazza o il più antico oratorio dell’Angelo custode costruito trecento anni fa di fianco all’edificio più rappresentativo del paese, la fattoria di Fiano, all’epoca proprietà di un’antica (e facoltosa) famiglia fiorentina. Con altrettanta fierezza vi parleranno dei bei vigneti e degli oliveti che si stendono intorno al paese, molti dei quali – come scopriamo dai documenti – appartennero alla casata dei Pitti.
La tappa successiva rappresenta il cuore della nostra visita guidata: si tratta della medievale casa da signore che troviamo, sempre lungo la strada, poco distante da Fiano. Conosciuta come casa padronale Rogai questo antico edificio cela un segreto che lega la sua storia alla famiglia Pitti cui spettava, come è stato da poco scoperto, il possesso di gran parte di case e terreni facenti capo al vicino borgo rurale di Luia.
Questa scoperta ha permesso di dare nuovo valore alle memorie che Bonaccorso di Neri – membro di spicco di questo lignaggio – affidava al suo libro di ricordi ben seicento anni fa (1427 ca.). Riferendo circa le origini del proprio casato Bonaccorso di Neri scriveva: «E principalmente truovo che noi Pitti fummo cacciati di Simifonti [Semifonte, situato a 15 km da Luia e da Certaldo] perché Guelfi, dai Ghibellini che lo signoregiorono e pare che della nostra Famiglia si faciesse tre parti: la prima si pose a stare a uno luogho che si chiama Luia e oggidi di loro disciendenti vi sono grande famiglia e honorevoli di contado, e hanno di ricche e buone possessioni […] e per lo sengno della loro Arme apariscie che noi fumo consorti, però che l’Arme come noi portano, sanza alcuna differenzia». I Pitti di Luia, come dice Bonaccorso, non portavano il suo stesso cognome ma il loro stemma (equivalente ad un vero e proprio “logo”) li identificava senza dubbio alcuno (sanza alcuna differenzia) come parte integrante della medesima famiglia, fortemente ancorata alla campagna di origine.
Dirimpetto alla casa Rogai è un bell’oratorio che colpisce per le sue forme, chiaramente ispirate a due fra le più importanti architetture sacre di Firenze: la cupola del Duomo e le Cappelle dei Medici presso la basilica di San Lorenzo. La sua è una storia affascinante che dal Rinascimento arriva fino ai nostri giorni e si intreccia con le vicende di quelle ricche casate che qui ebbero i loro possessi. Dall’oratorio di San Francesco si dirama la via vicinale (via Piana) che in pochi minuti permette di raggiungere l’antica villa (villaggio aperto) di Luia: il percorso, anche se breve, schiude al nostro sguardo un panorama bellissimo: è la vallata del rio Apoli dove, fra vigneti e campi di olivi, scorgiamo la non lontana pieve di San Lazzaro, nostra prossima tappa.
Raggiungiamo la pieve imboccando la strada bianca che si stacca dalla SP 79 all’altezza della Villa il Pozzo, situata 700 metri dopo il complesso Rogai in direzione di Certaldo: è questa una bella dimora sette-ottocentesca, già fattoria, sviluppatasi là dove un tempo era un sito fortificato risalente al Medioevo: la sua presenza è segnalata
dall’imponente torrione costruito in bozze di pietra e mattoni oggi inglobato nel complesso padronale della villa.
La pieve di San Lazzaro è una fra le più antiche chiese della Valdelsa: da essa dipendevano tutte le chiese e i popoli compresi in quello che oggi è il territorio di Certaldo e a lei spettava il diritto di battesimo sull’intera popolazione dell’area.
Il primo documento che la riguarda risale all’anno 926: dobbiamo quindi pensare come a quest’epoca la pieve fosse una realtà pienamente affermata, punto di riferimento per tutte le comunità che vivevano sul territorio, popoli probabilmente riuniti in piccoli villaggi aperti di cui le ville di Luia e Fiano costituiscono ancora oggi una testimonianza. Sopra l’architrave del portale di accesso campeggia lo stemma dei Gianfigliazzi, famiglia fiorentina che ebbe patronato sulla pieve per oltre quattrocento anni. Insieme alle nostre Guide sarà possibile ripercorrere le varie fasi che hanno segnato nei secoli la storia di questo straordinario edificio, una fra le più belle e importanti testimonianze dell’architettura romanica della Valdelsa.
La visita guidata attraverso i luoghi dei Pitti prosegue presso l’abitato di Pino, situato lungo la via provinciale che porta a Certaldo. Qui, di fianco alla strada, troviamo un altro oratorio, simbolo al pari di quelli incontrati fin’ora del prestigio delle famiglie che ne promossero la costruzione. Come l’antica casa Rogai il piccolo oratorio cela un segreto che lega la sua presenza a quella dei Pitti: il segreto è nascosto in uno stemma e in un documento scritto cinque secoli fa da chi, per primo, ebbe modo di visitare il sacro luogo di culto. Eccone qua un breve passaggio:
«Nel popolo della Pieve di San Lazzaro a Lucardo fu eretto dalle fondamenta un Oratorio o Cappella sotto il titolo di Santa Lucia in luogo detto al Pino il giorno 6 dicembre 1594 […]. L’oratorio è di braccia 7 di longitudine, 5 di latitudine e 8 di altitudine, protetto con porta chiusa a chiave, con due finestre in ferro attraverso le quali coloro che passano possono guardare all’interno di detto Oratorio».
Nonostante il passare del tempo l’oratorio si presenta ancora come cinque secoli fa, custode geloso del suo segreto legame con la famiglia Pitti: un segreto che solo le nostre Guide sapranno svelarvi!
Il nostro percorso si chiude con la visita guidata di Certaldo (5 km), ultima importante tappa di questo viaggio nel tempo e nella storia della nostra “Toscana migliore”.