- On 12 Maggio 2018
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La Toscana migliore. La pieve di San Lazzaro (Certaldo) e le Suore Dorotee
Questa storia ci viene narrata dal Pievano Stefano Frosali (15 gennaio 1885 – 10 marzo 1953) che di quell’evento ha lasciato una nutrita serie di memorie sparse fra le carte – preziose – dell’Archivio della nostra Pieve.
Tutto ebbe inizio il 2 novembre 1896 quando il sacerdote Pasquale del fu Giuseppe Fortini, Pievano di San Lazzaro a Lucardo, dispose con lascito testamentario in merito alle proprie sostanze.
Redatto l’elenco dei beni da destinarsi a fratelli e nipoti, Don Fortini istituì quali eredi universali tre suore: Ciacchi Rosa fu Luigi (nata a Dicomano), Paolina Paranzi fu Eugenio (nata a Lucca), Lippi Gigliema fu Ricciardo.
Le tre religiose, «domiciliate in Certaldo» avrebbero avuto l’obbligo di stabilirsi a San Lazzaro al fine «di impartire in questo Popolo di San Lazzero l’istruzione sì civile che religiosa tanto in chiesa che in un locale adatto da provvedersi».
Le suore in questione, «scelte orfane di padre e di madre per impedire una possibile dispersione del patrimonio nel caso di morte per la quota legittima»1 appartenevano alla congregazione delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Lucca (congregazione fondata a Venezia nel 1838 dal beato Luca Passi), religiose che già erano presenti a Certaldo con una loro Casa, qui chiamate nel 1850 dal proposto di San Tommaso don Alessandro Baldanzi.2 A loro, per un certo periodo, sarà affidata la cura della scuola comunale.3
Alla costruzione del locale da adibirsi ad uso di scuola, al reperimento della dimora nella quale avrebbero dovuto risiedere le tre religiose e al sostentamento delle medesime don Fortini destinava «i beni stabili i quali formavano la dote del benefizio di S.Antonio da Padova».
Questo benefizio – che che prevedeva la celebrazione di una seconda messa festiva «a vantaggio del Popolo di San Lazzaro» – era stato fondato nella chiesa parrocchiale di San Lazzaro a Lucardo duecento anni prima, il 17 dicembre 1703;4 fondatore ne fu il molto Reverendo Antonio di Francesco di Stefano Nocchi, Rettore di San Giusto a Ema, lo stesso religioso che nel medesimo anno disporrà in merito all’erezione dell’oratorio di Fiano, quello dell’Angiolo Custode (ancora presente e bisognoso di urgenti restauri…).
La dote della cappellania sotto il titolo di S. Antonio da Padova si componeva «di due poderi denominati Strada e Luja, con Villa e case coloniche»: tali beni erano giunti nelle disponibilità di Don Pasquale Fortini dopo che questi (era il 1834) vennero concessi a livello dai patroni del benefizio a Don Bartolomeo del fu Paolo Fortini (con ogni probabilità zio del nostro Don Pasquale). Nel 1908 il loro valore veniva stimato intorno alle cinquanta mila lire.
Nel 1909, 15 anni dopo il testamento di don Pasquale Fortini, insorgerà una vertenza fra l’allora Pievano di San Lazzaro, don Stefano Frosali, e il Proposto di Certaldo don Alessandro Pieratti: questi, nominato suo procuratore dalle tre suore eredi Fortini5, disporrà la vendita di tutti i beni già parte del benefizio di S.Antonio da Padova di cui – in qualità di eredi – erano proprietarie le suddette Dorotee.
Con il ricavato di quella vendita don Pieratti avrebbe finalmente avuto disponibile la somma di danaro necessaria alla costruzione in Certaldo di una nuova casa – con tanto di scuola – da destinarsi alle Dorotee; a Certaldo avrebbero dovuto andare a risiedere anche le tre suore preposte dal Legato Fortini all’educazione dei bambini di San Lazzaro, privando di fatto la nostra Pieve e il suo popolo della sua unica scuola. Nel gennaio 1908 – come ci informa il Pievano Frosali – il progetto della nuova casa con annessa scuola era «già stato mostrato per l’approvazione a Mons.Vicario Generale di Firenze. Si capisce – continuava il Frosali – che i mezzi, in mancanza d’altro, dovrebbero venire dalla vendita del patrimonio di San Lazzero»:6 era infatti intenzione del Preposto Pieratti quella di «cominciare la costruzione senza aver tutti i capitali a disponibilità».7
A tale operazione Stefano Frosali si oppose con tenacia: in qualità di procuratore nonché esecutore testamentario del defunto Don Pasquale Fortini il pievano di San Lazzaro così scriveva all’arcivescovo di Firenze Alfonso Mistrangelo (8 luglio 1909):
«[…] E’ indubitato, Eccellenza, che il Pievano Pasquale Fortini col suo testamento intese di aprire a San Lazzaro una nuova casa religiosa di Suore Dorotee d’accordo coll’Eminenza Cardinale Bausa allora Arcivescovo di Firenze, e non una succursale della casa di Certaldo […] intendendo così che i frutti dell’eredità non potessero esser distolti dal loro fine” ovverosia “l’obbligo da parte delle suore di tenere aperta una scuola a San Lazzaro e di aiutare il Pievano nell’insegnamento della Dottrina cristiana […]. Mi sento in dovere come parroco di qui, di ricorrere alla stessa E.V. per implorare che si degni togliere ogni ingerenza su questo patrimonio al Proposto Pieratti di Certaldo che si dice unico e dispotico padrone delle Suore e di questo possesso e di disporre che le raccolte pendenti vadano ad aumento del capitale di questa Casa, senza distoglierle ad altri scopi […] Capisco che l’Istituto [delle Suore di Lucca] ha diritto a tutti i vantaggi che dalla eredità Fortini possano derivare, ma questo sembra a mio avviso che possa solo ammettersi quando si sia convenientemente e completamente provveduto alla soddisfazione dell’obbligo che è stato il fine se non unico principale certo di questo lascito […]”. Stefano Frosali esortava inoltre la Madre Superiora di Lucca “a trasportare quassù l’amministrazione di questo patrimonio che continuerà a servire per Certaldo ma dopo aver provveduto alla Pieve e non prima […]».
Alla vendita dovette far seguito una sorta di «sollevazione popolare» – di certo fomentata dal Pievano Frosali – della quale è testimonianza una lettera che il Proposto di San Tommaso, Alessandro Pieratti, inviò al nostro Pievano il 29 gennaio 1908:
«Mi vien presentata ora una petizione di vari suoi parrocchiani […] dalla quale si desume esistere una agitazione in cotesto popolo fomentata da qualche interessato, per impedire od ostacolare ciò che dovrà tornare ad esclusivo vantaggio di codesta Casa di Dorotee […] Ciò che tengo a dichiarare a lei è questo:
1° la Casa di San Lazzaro, col podere di Luia o senza, sarà sempre adibita al fine che le diede il suo antecessore nel volerla;
2° ciò che è si spettanza della detta casa non andrà ad arricchire altre Case le quali, come seppero provvedere alla loro esistenza per il passato, così lo sapranno per l’avvenire;
3°che è intendimento della Superiora di Lucca, quando sarà possibile, costruire non a Certaldo ma a San Lazzaro un Conventino dove non 4 ma anche sei ed otto suore possano attendere alla Scuola ed alla educazione cristiana delle fanciulle di cotesta sua popolazione;
4° quanto a Certaldo la Casa esistente saprà da sé stessa provvedere in seguito, come lo ha fatto per il passato, a tutte le sue bisogne non solo, ma anche a ciò che potrà contribuire a rendere maggiormente proficua l’opera delle suore per il bene di questo popolo.
Ecco quanto nel desiderio del bene con tutta verità ho da comunicarle.
Suo devoto P. Alessandro Pieratti».
La vendita dei beni del Legato Fortini, gestita dal Piertatti, frutterà lire 32.500. Dalle carte del pieveno Frosali si apprende tuttavia che lo stesso aveva già trovato un compratore disposto ad acquistare i medesimi per un cifra ben più alta, ovvero lire 37.500, «intendendo – afferma il Frosali nella sua nota indirizzata al Vicario Generale di Firenze (18 maggio 1909) – che lire 2.200 vadano ad aumentare come di dovere il capitale assicurato per l’annua rendita per la seconda Messa di lire 250 lasciata con testamento dal Piev. Fortini».
In una missiva del 16 giugno 1909 Stefano Frosali ci informa che la scuola di San Lazzaro era stata «aperta fin dal 1900 in un quartiere a pigione prossimo alla chiesa perché il palazzino addetto alla proprietà Fortini – che avrebbe dovuto ospitare la scuola – era troppo distante dalla Chiesa8 e vi si mandarono 4 suore dando loro un piccolo tributo mensile e ritenendo per Certaldo almeno l’annua rendita di lire 800». E’ la palazzina – ora adibita ad abitazione – dirimpetto la Pieve di San Lazzaro. Qui è stata scattata la foto che pubblichiamo: correva l’anno 1945.
In alto, a sinistra, è Suor Lorenzina. A destra, in seconda fila, è la Superiora Suor Cecilia mentre accanto a lei, immediatamente sopra, è Suor Clelia (senza velo, con la croce sul petto).
Suor Lorenzina, ultima suora rimasta alla Pieve, lascerà San Lazzaro dopo la morte del Pievano Stefano Frosali, avvenuta il 10 marzo 1953.
Le Suore Dorotee di San Lazzaro vennero aggregate all’Ordine delle Suore di Carità, dette di Maria Bambina, intorno al 1910.
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Abbreviazioni
APSLL: Archivio della Pieve di San Lazzaro a Lucardo
1APSLL, Affari diversi, memoria del Pievano Frosali redatta nel gennaio 1908.
2B.Borghini, San Tommaso dai cento anni, Certaldo 1986, pp. 85-86.
3In una sua memoria del gennaio 1908 Stefano Frosali ci informa che «per una inconsulta precipitazione, dato il peggioramento del Consiglio Comunale e della popolazione [Ndr: per “peggioramento” si deve intendere il passaggio dell’Amministrazione comunale dai Monarchici ai Socialisti] la titolare fu fatta rinunciare e così si trovarono fuori dalla scuola superiore: questo da circa 8 anni. In questo tempo la popolazione è così peggiorata che abbiamo il Consiglio in mano ai Socialisti e i pochi fanciulli che ancora vanno alla dottrina si beffano in Chiesa pubblica della Suore maestre. Non so come la scuola privata che esse tengono sia fiorente [Ndr: si tratta della “Scuola di custodia”, giaradino d’infanzia privato condotto dalla stesse suore alle quali il Comune a la Giunta socialista passava un sussidio]. A San Lazzaro, popolo di perfetta campagna, le cose procedono grazie a Dio molto diversamente e le suore fanno del bene e molto più ne potrebbero fare se fossero meglio provvedute!! Ammetto che il vantaggio dell’eredità Fortini debba risentirlo l’Istituto di Lucca a cui appartengono le Eredi, ma non con danno di questo popolo per cui vantaggio fu erogata questa eredità» (APSLL, Affari diversi).
4Tale obbligo veniva ancora assolto alla data del 26 ottobre 1943 (APSLL, Vacchetta degli Obblighi e Legati Pii della Pieve di San Lazzaro a Lucardo – 1940-1965, cnn.).
5APSSL, Affari diversi, 1907, lettera inviata alla Madre Provinciale di Lucca. La nuova casa verrà costruita sui terreni, donati dalla Signora Manetti, lungo quello che allora era chiamato il Viale Regina Margherita, oggi Viale Matteotti. L’edificio, raso al suolo durante il bombardamento del gennaio 1944, sarà ricostruito alla metà degli anni Cinquanta.
6APSSL, Affari diversi, memoria del Pievano Frosali redatta nel gennaio 1908.
7APSSL, Affari diversi, 1907, lettera inviata alla Madre Provinciale di Lucca.
8Si tratta della casa di Luia la quale, acquistata dalla famiglia Toni, passerà poi (1965 circa) nella proprietà di Salvatore Nicastro.